Lettera aperta a Marco Ruggi

Lettera aperta a Marco Ruggi

Ho letto, con colpevole ritardo lo ammetto, l’Editoriale del 20/12/2019 dell’Osservatorio online redatto da Marco Ruggi, suo Direttore Responsabile.

Dopo una premessa contenente dei suggestivi suggerimenti, nientemeno che agli Assicuratori (perbacco!), Ruggi si avventura in una lunga dissertazione sul futuro dei provider (parola molto di moda) e dei professionisti (meglio loss adjuster, almeno abbiamo a confronto due termini anglofoni).

Credo nella libertà di idee e nella libera espressione ma, come dicevano i latini, “est modus in rebus” perché non trovo accettabile usare toni vagamente diffamatori, irrispettosi e fuori luogo nei confronti di una categoria (quella dei loss adjuster professionisti) per sostenere le proprie tesi.

Frasi tipo “…studioli e professionisti da anni impegnati a cavalcare la tradizionale perizia carta e calamaio”, “solo l’assicuratore può permettersi di lasciarti a piedi con un “ciaone” non sono accettabili.

Ma al di là dei toni e dei vocaboli ben poco felici, ritengo opportuno sottolineare anche che Ruggi, il quale non mi risulta essere né un provider né un loss adjuster professionale ma un “consulente aziendale assicurativo” (come dallo stesso precisato nel suo curriculum vitae tratto da Linkedin), non essendo socio AIPAI (Associazione Italiana Periti Assicurativi Incendio) non può essere censurato da quest’ultima per la violazione di almeno una mezza dozzina di articoli dello Statuto, Regolamento e Codice dell’Associato. In qualità di Presidente dei Probi Viri di AIPAI, in caso contrario avrei provveduto personalmente a tale incombenza.

A questo punto riterrei opportuni alcuni chiarimenti utili, non solo a Ruggi, ma anche a tutti coloro che possono non aver ben compreso la realtà delle cose.

In primo luogo, mi chiedo cosa si intende con la parola “provider”, dal vocabolario Treccani (notoriamente il più autorevole): “Società che fornisce a pagamento servizi telematici, per collegamenti di posta elettronica e di accesso a Internet”. Interessante quindi l’abuso di tale termine per ridefinire alcune ex società di perizie.

Ma è tutta la costruzione logica che ha poco senso ed è fuorviante.

Non è dato sapere se Ruggi abbia mai liquidato dei veri sinistri complessi, almeno questo non si evince dal suo curriculum vitae pubblicato sempre su Linkedin, e quindi nasce spontaneo il dubbio che non sappia bene di che cosa si parli. I famosi “studioli” sono ormai diventati da anni un’importante realtà ove in molti casi risiedono delle competenze storiche e fondamentali acquisite e tramandate in tanti anni di pratica e di formazione specifica, competenze delle quali si servono la maggior parte delle Compagnie Assicuratrici.

Il provider, così come ultimamente ed arbitrariamente definito, svolge un’attività diversa nel mercato assicurativo, non assimilabile a quella del loss adjuster: sono due mestieri diversi con competenze diverse, pur restando dotati entrambi di pari dignità ed utilità.

Oggi esistono delle Società strutturate al cui interno operano dei professionisti della materia assicurativa, in particolare quella che riguarda sinistri complessi nei più diversi rami e che riguardano polizze incendio, decennali postume, CAR, EAR, RC, RC Prodotti ecc.

La materia è vasta e variegata ed impone una notevole specializzazione, formazione, esperienza, aggiornamento in continuo, ed il perenne confronto fra essi professionisti e gli Assicuratori, e tutto questo porta alla crescita di quelle competenze indispensabili per mettere veramente l’Assicurato / Cliente al centro dell’attenzione e della cura degli Assicuratori.

Queste strutture esistono da tempo, ma per la più sono indipendenti e non sono all’interno di provider di alcun tipo.

Quelle poche strutture esistenti integrate su tutti i fronti sono operative da molti anni ed hanno dimensioni veramente importanti, a volte anche con connotazioni internazionali, hanno una ragione d’essere e sono opportunamente strutturate per avere al loro interno, comunque ben separate, le due anime del mondo delle perizie (provider e loss adjuster).

Non è chiara, poi, la ravvisata necessità impellente da parte di Ruggi di formare i professionisti per trasformarli in imprenditori.

Se tutti i professionisti, ossia gli operatori del settore, diventassero imprenditori chi poi svolgerebbe il lavoro professionale necessario per la liquidazione dei danni?

Cerchiamo quindi di chiarire i ruoli tra di noi con il buon senso e con gli Assicuratori attraverso un confronto costruttivo e non con proclami ad effetto privi poi di contenuti. In questo devo dire che il mondo politico attuale è veramente di pessimo esempio. Non comportiamoci nello stesso modo!

E’ evidente, e sotto gli occhi di tutti, che le correnti di pensiero nel mondo assicurativo sono le più disparate, ma è anche altrettanto vero che le necessità sono ben diversificate da Assicuratore ad Assicuratore e che viviamo ancora in una fase di grandi cambiamenti con tutte le incertezze del caso, ed infatti vengono fatti ancora dei test sia pure anche a livello regionale.

Nel lanciare proclami ed assumere come certezze i propri personali pensieri (magari in futuro sarà effettivamente così, non si può mai dire) si assumono anche delle responsabilità sia nei contenuti, con il messaggio che si vuole trasmettere, sia nei modi, come già detto.

Infine, mi permetto di richiamare alla memoria i contenuti del Convegno di Rimini del 19 e 20 Settembre 2019, pubblicati da Insurance Review, ove la posizione di Ruggi, comunque ben più blanda e generica, era in netta contrapposizione con quella di altri noti e consapevoli rappresentanti di altre Associazioni Peritali, non certo dei “quisque de populo” visto che si trattava dell’ing. Aurelio Vaiano e dell’ing. Rita Corbelli; posizione di questi ultimi rafforzata e completata poi dall’intervento di apicali esponenti del mondo Assicurativo.

Con quanto sopra spero di aver almeno convinto il Sig. Ruggì, per il futuro, a moderare i toni e le battutacce, non certo a condividere il mio pensiero sulla situazione attuale e futura del nostro mondo peritale; ma, d’altra parte, ho fin dall’inizio chiarito che credo sempre, democraticamente, nella libertà di idee.

Roberto Cincotti