Desidero presentare sotto forma di intervista, il giudizio espresso da un’azienda che aveva subito un sinistro grave e che si era trovata coinvolta in una perizia formale per la liquidazione del danno. Essa ha dovuto decidere se affidarsi ad un perito di Parte ed ha lavorato con il Perito nominato dalla Compagnia Assicuratrice. Dopo avere avuta l’approvazione alla pubblicazione dell’intervista, sotto forma di newsletter, ho incontrato l’Ing. Antonio Bareggi, all’epoca dell’incidente direttore operativo dell’azienda incaricato dal Sig. Amedeo Spinelli, Presidente del Consiglio di Amministrazione della ditta L’ISOLANTE K-FLEX, di svolgere l’intervista.
• Preliminarmente ci può dare una descrizione della azienda e di quanto occorso ad essa?
L’ISOLANTE K-FLEX è stata costituita nel 1989, a Roncello in provincia di Milano, con il primo impianto di produzione di isolanti elastomerici per l’isolamento termico. Fondata da un gruppo di soci italo-tedesco, l’azienda contava inizialmente 35 addetti.
Alcuni anni dopo, è entrato nella compagine sociale Amedeo Spinelli – tuttora presidente – grazie ad una precedente e consolidata esperienza nel settore dell’industria della gomma ed a una rete di contatti tecnico commerciali che sono stati la base dello sviluppo internazionale dell’azienda.
Questa si è poi sviluppata con sedi commerciali in Francia e in Spagna, stabilimenti in Cina, Turchia, USA, Russia, India. Malesia e filiali in Germania, Scandinavia, Polonia, Regno Unito e Romania.
Costante è la ricerca volta ad introdurre innovazioni tecnologiche nei prodotti e nel processo produttivo.
Nella sede nuova, da poco inaugurata, si è verificata una deflagrazione con incendio su una delle due linee produttive di estrusione e vulcanizzazione. Questo ha comportato il blocco totale della linea e l’istantaneo dimezzamento della capacità produttiva dello stabilimento.
Si è dovuto prendere decisioni importanti per la gestione dei dipendenti (conservazione? cassa integrazione?) e per la ripresa dell’attività.
Fortunatamente si stava costruendo uno stabilimento all’estero e si è riusciti a bloccare un forno che era in partenza dal porto di La Spezia, noleggiandolo.
Questo è stato possibile grazie alla conoscenza del fornitore ed alla collaborazione della società estera che ha accettato di rinviare l’avvio dell’attività.
• Quando è venuto a conoscenza del sinistro, che cosa ha pensato?
Immediatamente sono stati allertati i VV.FF., questi sono intervenuti con perizia, limitando i danni alla linea produttiva da cui era principiato l’incendio ed evitando il propagarsi dello stesso al magazzino (adeguatamente compartimentato) ed all’altra linea produttiva.
Il giorno seguente è stata inoltrata la denunzia al broker assicurativo.
• Quando e perché ha deciso di rivolgersi ad un perito di parte?
Immediatamente poiché abbiamo colto che all’interno dell’azienda, per quanto grande e strutturata, non avevamo la possibilità di gestire né l’analisi tecnica dell’evento (cause del sinistro) né la gestione del sinistro. Abbiamo pertanto deciso di affidarci ad un perito di parte che potesse guidarci in questa delicata fase della nostra storia.
• Come ha scelto il proprio perito? Lo conosceva già? Ha chiesto consiglio a qualcuno?
Un paio di anni prima avevamo avuto un sinistro, provocato da un’azienda esterna che aveva determinato il blocco dell’attività dello stabilimento per qualche ora. L’assicuratore dell’azienda aveva inviato il proprio perito, al quale avevamo presentato la nostra richiesta di danni.
Il rapporto iniziale è stato contrastato in quanto il perito ha formulato ampia richiesta di documentazione che ritenevamo superflua.
A fronte delle nostre contestazioni però ci diede le necessarie spiegazioni, ponendosi in modo estremamente professionale e chiaro, pur nei rispetto dei rispettivi ruoli. Nonostante la sensibile riduzione del risarcimento da noi richiesto abbiamo potuto apprezzare la professionalità, la chiarezza e la competenza di tale perito: abbiamo quindi deciso di affidarci a lui.
• Ha trovato collaborazione nel proprio perito nell’adempimento degli obblighi contrattuali a carico della Ditta (denunzia dettagliata di danno, ecc.)?
Assolutamente sì: l’assistenza che ci ha fornito è stata ottimale: è sempre stato molto chiaro nell’esporre la necessità per il perito della Compagnia della documentazione richiesta e le modalità di predisposizione della stessa.
• Come è stato il primo incontro tra i due periti, nominati rispettivamente dalla Ditta e dalla Compagnia?
Incontro professionale ed ottimamente gestito da entrambe le parti; già lì si è colta l’importanza di un professionista valido ed esperto: francamente non avremmo saputo dare le risposte alle esigenze del perito della Compagnia, senza entrare in conflitto con questi.
• Si sono verificati momenti di tensione o di contrasto tra i due periti per quanto concerne le diverse esigenze (urgenza di ripresa dell’attività da parte della Ditta, verifica del danno da parte della Compagnia)?
Ovviamente ci sono state discussioni con ciascuno dei professionisti che – con la massima correttezza – hanno gestito la situazione senza muro contro muro: la gestione del sinistro è stata a nostro parere estremamente ragionevole.
• Se sì, come sono stati superati? E’ stato necessario l’intervento delle Parti e/o del Broker/Agenzia?
Assolutamente mai: non vi è stata alcuna ingerenza delle Parti nel lavoro dei Periti.
• Si sono verificate difficoltà nel reperimento della documentazione richiesta (sia per la valutazione del danno, sia per la giustificazione della preesistenza) dal perito nominato dalla Compagnia? Sono state avanzate richieste giudicate eccessive o troppo onerose per la Ditta?
Parecchie: vista la vastità della documentazione richiesta, ci sono state ovvie difficoltà.
In alcuni casi abbiamo ritenuto che le richieste fossero eccessive e superflue, oltre che non dovute (ad esempio sulle specifiche del ciclo produttivo). Anche in questo caso l’intervento del Perito di Parte è stato determinante, poiché è stato in grado di gestire la situazione su entrambi i fronti (dell’Azienda e del Perito dell’Assicuratore): con le dovute spiegazioni, i contrasti si sono appianati.
• Ricordo che nel corso della perizia è emersa una scopertura assicurativa e la proporzionale; come ha inciso tale circostanza nel Vs. rapporto con i periti?
I periti hanno evidenziato e giustificato le problematiche; le stesse sono state gestite da entrambi i periti con competenza e professionalità, applicando la reale scopertura di polizza, senza eccessive penalizzazioni.
• Si sono verificate discordanze significative di valutazione del danno che hanno rallentato o intralciato la perizia? Se sì, come sono state superate?
No, tutti i problemi, non pochi, sono stati superati con serietà e competenza.
• Ha riscontrato carenze nella/e polizza/e che hanno comportato difficoltà di liquidazione o riduzione dell’indennizzo rispetto al danno effettivamente subito?
Sì: quello era un momento di sviluppo, le polizze pertanto non erano state adeguatamente aggiornate: invece di una leggera sovrabbondanza di capitale, è emersa una carenza di copertura.
I Periti però sono stati in grado di giustificare le proprie valutazioni che sono state accettate dall’Azienda, dopo l’iniziale diffidenza.
• Ritiene i tempi di perizia (sia per i danni diretti, sia per gli eventuali danni indiretti) congrui (in proporzione alla gravità del sinistro) o eccessivi? Ha usufruito dell’acconto indennizzi?
I tempi della perizia sono risultati assolutamente congrui (meno si può dire dei tempi per la successiva erogazione dell’indennizzo). L’anticipo indennizzi erogato era stato idoneo per far fronte alle prime emergenze ed ha consentito una celere ripresa dell’attività.
• Ha avuto sentore di un’interferenza della Compagnia Assicuratrice nel lavoro dei due Periti incaricati?
No il perito nominato faceva il proprio lavoro con serietà senza ingerenze: era ovvia la necessità di una correttezza procedurale secondo le indicazioni del perito nominato dall’Assicuratore.
• La Vostra Società ha dato piena fiducia al Professionista incaricato oppure ha interferito con il lavoro di quest’ultimo, indirizzandone le decisioni valutative o di stima?
Piena fiducia, ovviamente si è lavorato congiuntamente per fornire la documentazione e la conoscenza dell’azienda: non ci sono mai state pressioni.
• Risulta un sinistro alla Sua Azienda avvenuto all’estero: ha riscontrato differenze significative nelle modalità di gestione del sinistro rispetto a quello subito in Italia?
Nella polizza straniera non era prevista la perizia contrattuale, bensì un accordo tra le Parti che – separatamente – avevano incaricato i propri fiduciari, senza alcun mandato congiunto.
Il rapporto con la Compagnia Assicuratrice è stato più difficile e contrastato, rilevando una minore professionalità ed uno spirito di parte molto spiccato, non trovato nell’esperienza italiana.
• Recentemente ho saputo che alcune Compagnie assicuratrici stanno proponendo contratti con un reintegro in forma specifica (riparazione diretta invece di rimborso): cosa ne pensa?
L’attività è plausibile per aziende a bassa tecnologia o con flusso produttivo standard (ad es. stoccaggio + distribuzione): è assolutamente improponibile nel caso di azienda con tecnologia propria ed avanzata.
È inoltre chiaro il conflitto di interesse cui queste aziende sarebbero esposte, visto che il loro main contractor è l’Assicurazione, e sono poche presenti sul mercato: il livello di competizione è estremamente limitato.
La nostra impressione su tali aziende è che esse siano un’emanazione di funzionari assicurativi, intesa a lucrare sugli incidenti civili/industriali.
• Ritiene che la perizia contrattuale esistente in Italia sia una buona soluzione al problema della definizione del sinistro, oppure propone qualche modifica o correttivo. Quali i pro e quali i contro a Suo parere?
È il modo di risoluzione della vertenza che ritengo più equo: elimina diversi litigi ed è un’ottima soluzione per bilanciare l’evidente squilibrio di forza tra Aziende (in un momento comunque critico) ed Assicuratore.
Al contrario ritengo che si debba trovare una soluzione per sanzionare pesantemente l’Assicuratore che ritarda i pagamenti: l’attuale sistema si presta a forzature da parte dell’Assicuratore che – avendo in mano i soldi – può approfittare della situazione.