Danni a impianti fotovoltaici. La polizza danni diretti e indiretti. Casi pratici.

Danni a impianti fotovoltaici. La polizza danni diretti e indiretti. Casi pratici.

Danni a impianti fotovoltaici. La polizza danni diretti e indiretti. Casi pratici

Prologo

Grazie agli incentivi che si sono succeduti nei vari “Conti Energia” ed alle agevolazioni fiscali (per i privati) per la realizzazione di piccoli impianti, oltre a massicci investimenti di imprenditori agricoli e di fondi, anche stranieri, per la realizzazione di campi solari e di impianti molto vasti sulle copertura dei capannoni industriali, gli impianti fotovoltaici hanno avuto larga diffusione e occupano sempre più frequentemente l’attività del perito assicurativo.

La latitudine della nostra nazione, da nord a sud, rende appetibile e produttiva l’installazione di impianti e ciò, a mio modo di vedere, potrebbe essere un ulteriore incentivo ad una complessiva decarbonizzazione relativa alla produzione dell’energia elettrica (emissioni inferiori rispetto ad altre fonti rinnovabili quali gli impianti di cogenerazione a biomasse ad esempio)

Ne consegue che nella nostra attività quotidiana di periti assicurativi ci imbattiamo spesso in danni, di varia natura (lo vedremo poi) che interessano impianti tra i più svariati: dall’impianto domestico realizzato sul tetto dell’abitazione avente una potenza di 3-5-10 kW ai grandi impianti realizzati a terra o sulle coperture di capannoni e stabilimenti aventi potenze da 1 GW in su (ogni 1,6 ettari di impianto si produce approssimativamente 1 GWH).

Di seguito alcuni grafici esplicativi (potenza presa in esame 3kW giorno) della produzione media giornaliera sul suolo italiano

Grafico 1

Curva di produzione di un impianto fotovoltaico da 3 kW installato a Palermo nei diversi mesi dell’anno (kWh/mese).

 

Grafico 2

Quanto produce un impianto fotovoltaico da 3 kW a Roma nei diversi mesi dell’anno (kWh/mese).

 

Grafico 3

Produzione mensile di un impianto fotovoltaico da 3 kW a Milano (kWh/mese)

Nell’ottica di indagare la variabilità stagionale della produzione fotovoltaica vediamo in quest’altro grafico l’altezza massima del sole all’orizzonte nel giorno più lungo dell’anno e in quello più corto dell’anno. Rispettivamente: il 21 giugno ed il 21 dicembre. L’altezza del sole all’orizzonte è espressa in Gradi dell’angolo di inclinazione rispetto a terra. L’angolo di inclinazione massimo estivo è oltre il triplo di quello invernale.

 

Altezza massima del sole all’orizzonte. Confronto tra solstizio d’estate (21 giugno) e solstizio d’inverno (21 dicembre).

Breve descrizione impianti: varie tipologie, potenze e schema funzionamento

Il corretto schema impianto deve prevedere la misurazione precisa di almeno tre quantità:

– la quantità di energia totale prodotta dall’impianto
– la quantità totale di energia immessa in rete
– la quantità totale di energia prelevata dalla rete

Ovviamente lo schema dell’impianto fotovoltaico è differente da caso a caso: un impianto fotovoltaico domestico, per esempio da 3 Kw di potenza, realizza uno schema elettrico di connessione relativamente semplice, mentre la centrale fotovoltaica da 1 o più megawatt di potenza avrà uno schema elettrico molto più complesso e con molte più componenti: molti inverter trifase di stringa, cabine di trasformazione, specifici dispositivi di interfaccia, altri specifici sistemi di protezione e di monitoraggio.

La struttura dell’impianto fotovoltaico per un impianto domestico “standard” da 3 Kw non prevede molte componenti.

Innanzitutto un impianto fotovoltaico da 3 Kw potrà essere composto da un’unica stringa di moduli fotovoltaici. Una stringa è una unica fila di moduli collegati in serie fra loro.

Schema impianto fotovoltaico: i componenti

Campo fotovoltaico

Il campo fotovoltaico è l’insieme dei moduli fotovoltaici dell’impianto. Per un impianto di circa 3 Kw basteranno mediamente 13-15 moduli da 200 – 220 watt collegati in serie.
La tensione in uscita dal campo fotovoltaico varia in funzione della temperatura, ma anche in funzione del posizionamento e dell’orientamento dei moduli e dalle condizioni di irraggiamento. L’orientamento ottimale è a sud e l’inclinazione ottimale è di circa 30 gradi, in Italia.

Il campo fotovoltaico produce energia in corrente continua (per intenderci: come quella prodotta dalla batteria dell’automobile). Nelle nostre case viene utilizzata, però, la corrente alternata.
Come viene convertita la corrente continua in corrente alternata? Attraverso l’inverter fotovoltaico, ma prima di passare all’ inverter lo schema impianto prevede il collegamento della stringa al sezionatore.

Sezionatore

La stringa di moduli fotovoltaici, prima di essere collegata all’ inverter per la commutazione della corrente da continua ad alternata, deve essere collegata ad un apposito sezionatore. Ciò è previsto dalla norma CEI 64-8. Il sezionatore è una misura di sicurezza che permette di scollegare il campo fotovoltaico di cui sopra in caso di interventi sulla rete o sull’impianto. Grazie agli scaricatori, inoltre, il sezionatore permette di staccare, salvandolo, l’impianto fotovoltaico in caso di scariche atmosferiche o picchi di tensioni (sovratensioni).

Inverter

Come detto l’inverter permette di trasformare la corrente continua prodotta in corrente alternata. Per un impianto da 3 Kw di potenza l’inverter sarà di 3 Kw (3.000 watt in entrata). Ogni stringa di moduli fotovoltaici sarà quindi dimensionata all’inverter e viceversa.

Il contatore di produzione

E’ il contatore definito anche “contatore Gse”, che permette di misurare tutta l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico. Il contatore di produzione misura quindi sia l’energia autoconsumata “in sito” sia quella immessa in rete. L’energia prodotta ha infatti due possibili vie: o l’autoconsumo immediato o l’immissione in rete.

Per misurare la quantità di energia autoconsumata bisogna infatti sottrarre all’energia prodotta, quella immessa in rete (energia prodotta – energia immessa in rete = energia autoconsumata).

L’energia autoconsumata al momento della produzione passa da questo contatore, ma non passa dal successivo (il contatore bi-direzionale). Per questo motivo l’autoconsumo non deve venire fatturato in bolletta.

Il contatore bi-direzionale

E’ il contatore che misura i due flussi di elettricità: tutta l’energia immessa in rete e tutta quella prelevata dalla rete. Misura “entrate” ed “uscite” di elettricità dal sistema domestico.
Nel primo caso misura l’energia prodotta che non viene istantaneamente autoconsumata, nel secondo caso misura tutta l’energia elettrica che si pagherà in bolletta.

Schema impianto fotovoltaico: il disegno.

Impianto Fotovoltaico Con Accumulo – Storage – In Rete.

Sistemi Di Accumulo (Batterie O Storage) – Schema Funzionamento

Fotovoltaico ed Accumulo

sistemi di accumulo per gli impianti fotovoltaici (o storage) connessi alla rete migliorano notevolmente la quota di autoconsumo e quindi l’indipendenza energetica dalla rete.

Mediamente senza sistema di accumulo la quota di autoconsumo è del 30% – 40% mentre con il sistema di accumulo può arrivare anche al 80%.

Grazie al sistema di accumulo l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico in eccesso, ovvero quella che non è stato possibile utilizzare istantaneamente, potrà ricaricare le batterie con il vantaggio di poter utilizzare questa energia accumulata ad esempio la sera.

Un impianto fotovoltaico collegato alla rete con batterie di accumulo è composto dai seguenti componenti principali (vedi Fig. 1):

i moduli fotovoltaici che trasformano energia solare in energia elettrica a corrente continua;

uno o più convertitori per trasformare la corrente continua in alternata (inverter fotovoltaici);

un sistema di accumulo fotovoltaico che può essere integrato o esterno agli inverter;

i contattori per la misura dell’energia prodotta e scambiata con la rete (immessa e prelevata).

Fig. 1

In alcuni casi, specie per gli impianti fotovoltaici già realizzati è preferibile una soluzione con accumulo a valle dell’inverter ovvero in alternata.

Valori di costruzione per comparti

Valore indicativo di costruzione per ogni KW di infrastruttura è di circa, ad impianto finito, di euro 5000.

Si tratta di un calcolo sintetico ma che può essere d’aiuto nella valutazione in relazione alla correttezza e congruenza del Valore Assicurato.

Tipologia di Danni più frequenti

I più ricorrenti sono danni elettrici endogeni a pannelli, inverter, accumulatori (utili  per uso notturno o in presenza di minor irraggiamento: essi sono stati adottai da pochi anni, furono installati frequentemente quando gli incentivi diminuirono e quindi l’autoconsumo divenne conveniente).

Una causa esogena curiosa, distinta dall’ onnipresente scarica atmosferica ed il “sinistroso” campo magnetico generato occorre quando i cavi di collegamento vengono erosi e rosicchiati da piccoli animali quali topi o uccelli: questo si verifica soprattutto negli impianti posti sulle coperture. È importante ricordare che la quasi totalità delle polizze escludono questa tipologia di danno quindi è molto importante verificare attentamente il verificarsi di tale circostanza.

Danni da sovraccarico neve verificantesi in impianti i cui pannelli sono posati su monopalo con struttura in acciaio a sbalzo.

In caso di sinistro è importante prestare molta attenzione al manuale di manutenzione previsto dalle NTC (norme tecniche delle costruzioni) che nel 2008 e 2018 hanno introdotto il criterio prestazionale: i carichi previsti (quando le strutture accolgono, la struttura deve obbligatoriamente sostenere 150kg/mq di neve) viceversa quando la struttura non è soggetta a ricovero persone è possibile progettare e costruire strutture che abbiano una resistenza al peso della neve inferiore e quindi agire in deroga sulla diminuizione di carico. Tutto ciò va specificato nel manuale di manutenzione e comunicato al Ministero dei Lavori Pubblici.

Qualora si dimensioni in deroga la struttura nel Verbale di Manutenzione si prescrive che il committente e proprietario rimuova la neve quando supera un determinato limite di altezza 40-50cm oppure di peso sopportabile (molto spesso 80 kg/mq) naturalmente queste norme prestazionali in deroga vengono applicate per operare un sottodimensionamento delle strutture in acciaio e quindi un risparmio considerevole nella costruzione dell’impianto.

Ne consegue che il proprietario è obbligato a rimuovere la neve dai pannelli: se non lo fa è co-responsabile dell’accaduto poiché le norme, prevedendo i criteri prestazionali (dal 2008 in poi) permettono si possa progettare in deroga indicando nel libretto di manutenzioni le variazioni (firmato poi dal committente) co-responsabilizzando il proprietario nella conduzione della struttura.

La mancata rimozione del manto nevoso in eccesso pregiudica totalmente o in parte l’indennizzabilità del sinistro: il perito quindi presti attenzione e valorizzi l’eventuale omissione.

Riassumendo: relativamente ai danni da neve si ricorda che, dal 2008, anno in cui inizia la diffusione massiccia di impianti fotovoltaici, le NTC introducono i “criteri prestazionali di calcolo”.

Essi consistono in una deroga ai carichi neve sulle costruzioni purché segnalati nel Capitolo 10 “Verbale di Manutenzione” sottoscritto dal committente.

Quest’ultima circostanza inficerebbe la indennizzabilità quando il carico neve causa del sinistro superi quello accettato e sottoscritto nel Verbale di Manutenzione dal committente dell’opera e Assicurato quindi, che risulta essere quindi co-responsabile del sinistro occorso essendosi assunto, in fase di appalto, parzialmente il rischio relativo al sovraccarico neve derogato.

Ne consegue che è fondamentale controllare sempre molto attentamente cosa prevede il “Verbale di Manuenzione”

Vento

In caso di vento con conseguente disconnessione dei pannelli dalle strutture si consiglia di verificare correttamente le strutture di ancoraggio dei pannelli: e cioè che siano idonee, si ricorda a perito di verificare oltre alla struttura di sostegno che i singoli fissaggi siano idonei.

Furto

Molto spesso vengono posti dei limiti circa la sicurezza; ad esempio la prescrizione di telecamere, sistemi di registrazione; il perito quindi verifichi quali siano le prescrizioni in termini di sicurezza/ videoregistrazioni.

Fenomeno Elettrico

In polizza non vi sono particolari restrizioni particolari se non riguardanti usura e vetustà.

Il fulmine genera un campo magnetico che poi causa danni e sovracorrenti all’impianto; quest’ultimo non può essere protetto da uno stabilizzatore poiché non vi è tensione in entrata.

Ove ricorrano i criteri della valutazione in uso si può considerare un degrado lineare.

Mi permetto di suggerire, quando ricorre il criterio della valutazione in uso, una vita utile di 25 anni (la vita fiscale è di 20); il degrado che ne consegue è lineare; quindi dopo 5 anni il 5/25, dopo  10 anni il 10/25, ecc.

Grandine

I danni da grandine interessano i pannelli e non vi sono particolarità o problematiche legate alla gestione del sinistro o alle clausole di polizza

Danni Indiretti

I Danni Indiretti hanno inizio con il fermo di produzione dell’impianto a seguito di sinistro indennizzabile e si protraggono fino alla ripresa dell’operatività; per il loro calcolo ci si basa sulla media aritmetica (la metodologia contrattuale varia da polizza a polizza) della produzione giornaliera antecedente e posteriore al fermo (con alcuni aggiustamenti) in forma quindi di “diaria” normalmente con un tetto stabilito (dalla Somma Assicurata) per tale valore.

Si segnala che molte aziende produttrici di impianti fotovoltaici e di singoli pannelli (circa il 60%) sono fallite e molto spesso non si trovano i pezzi di ricambio; questo ritarda la riparazione (caso potenzialmente escluso dalla polizza genericamente “ritardi nel ripristino”) a questo punto pare logico calcolare il tempo che ragionevolmente sarebbe stato necessario per ripristinare in condizioni non critiche; qualora i pezzi fossero stati normalmente reperibili. Anche in questo caso la polizza ed il suo testo sono i nostri punti di rifermento per guidarci nella risoluzione del problema.

Questo sintetico riassunto di alcuni dei casi e delle criticità riscontrate nel corso della pratica sul campo della nostra eclettica professione, spero possano essere utili per i colleghi: vuole essere un insieme sicuramente non esaustivo ma per spunti di riflessione.

Bibliografia

https://www.fotovoltaiconorditalia.it/idee/quanto-produce-impianto-fotovoltaico-3-kw-giorno

https://www.qualenergia.it/articoli/20130917-fotovoltaico-e-consumo-del-suolo-un-gwh-servono-16-ettari/

https://www.tettosolare.it/index.php?ids=67

http://www.cvsperoni.it/index.php/calcolo-teorico-di-energia/

Quaderni di applicazione tecnica N.10, Impianti fotovoltaici, AAVV, ed. ABB